lunedì 31 gennaio 2011

“STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO” Il movimento ambientalista sosterrà la raccolta di firme

Il Secolo XIX 28-1-2011
di Alice Cervia

«SI RISCHIANO dissesto idrogeologico e disastri ambientali a causa della  eccessiva cementificazione». E’  quanto denuncia, alla luce dei recenti  eventi franosi che hanno coinvolto  quasi la totalità del nostro territorio,  il movimento “Stop al consumo del  Territorio”, costituitosi nella nostra  provincia nel giugno 2010, sulla scia  dell’analogo movimento nazionale.  La soluzione? Secondo gli attivisti  Del movimento è da ricercarsi in Piani  Urbanistici a consumo di territorio  zero e nella promozione e manutenzione  di aree agricole e boschive.  .«Nei prossimi giorni – spiega Silvia  Minozzi, coordinatrice del movimento  Spezzino raccoglieremo  ed  estendere mo un iniziativa promossa  da alcuni cittadini vicini a Sinistra  Ecologia e Libertà, gruppo molto  sensibile alle tematiche ambientali.  Si tratta di una petizione per chiedere  ai comuni che i nuovi Puc siano  ispirati al concetto del Consumo di  territorio zero; che le iniziative relative  al dissesto idrogeologico siano  volte a fare prevenzione e non solo  alla gestione delle emergenze; che si  promuova il recupero e la manutenzione  dei terreni abbandonati attraverso  il terrazzamento delle colline,  la pulizia dei canali di scorrimento  delle acque e il rinnovo del patrimonio  boschivo». Tra le aree più a rischio  la Piana del Magra e del Vara,  ma anche le zone collinari come Lerici  e Arcola. «Negli ultimi 50 anni –  prosegue la Minozzi – si è costruito  in modo disordinato e senza una adeguata  valutazione delle caratteristiche  del territorio in zone alluvionali,  troppo vicino agli argini dei fiumi seguendo  logiche speculative ed economiche.  Nella piana di Ameglia per  esempio, si stanno realizzando capannoni  industriali vicino all’argine  laddove prima c’erano bei campi coltivati  e si prevede di realizzare il progetto Marinella  ( 84.000 metri quadri  di nuove edificazioni) in zone alluvionali.  I tecnici e gli uffici competenti  che fanno analisi e  pianificazioni ci sono ma non vengono  considerati né dalla Regione né  dai Comuni che preferiscono farsi  guidare da ragionamenti di tipo “politico”  ed economico. I Comuni,  strangolati dalla mancanza di finanziamenti,  pur di incassare gli oneri di  urbanizzazione, continuano ad approvare  varianti ai Piani Urbanistici  e concedono permessi edilizi per costruire  capannoni e residenze che  per lo più rimarranno vuote, centri  commerciali destinati a fallire perché  ormai ce ne sono anche troppi» 

Nessun commento:

Posta un commento