domenica 6 marzo 2011

Inculcare...la protezione dell'ambiente

di Paolo Galazzo, Il Secolo XIX, 6/3/2011

Oggi stiamo assistendo ad un pericoloso e devastante attacco alla scuola pubblica e da qui nasce il bisogno di alcune riflessioni.
Io credo, come insegnante, che ci siano nella scuola in atto tre emergenze:
La Costituzione.
L’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.
La difesa e la protezione dell’ambiente.

Nella scuola italiana non si inculcano ideologie, ma sicuramente si vuole inculcare prima di tutto una educazione alla cittadinanza che deve avere come obiettivo il senso della legalità e lo sviluppo dell’etica della responsabilità che si realizza quando gli allievi imparano a conoscere e a rispettare i valori della Costituzione Italiana.

Sul significato della Costituzione, sulla sua storia, sulla sua freschezza, sulla sua attualità e sacralità non ho nulla da aggiungere; c’è solo da rilevare che deve essere impugnata da noi insegnanti come il testo da cui si genera quella azione d’insegnamento-apprendimento che, sotto la spinta dei cambiamenti della globalizzazione, deve essere sempre aggiornata.

Nella scuola pubblica l’intervento d’accoglienza e d’integrazione degli alunni stranieri diventa di fatto applicazione di quei principi che appartengono al Dettato costituzionale e alla Dichiarazione Universale dei diritti umani. Credo quindi che l’approvazione del Protocollo d’Intesa tra gli Istituti scolastici della Val di magra, il Distretto Socio sanitario, la cooperativa di mediazione culturale “Mondo aperto” stipulato il 15 settembre 2010 rappresenti di fatto la capacità della scuola pubblica e non solo, di recepire i cambiamenti sociali ed economici e di diventare soggetto che progetta azioni che realizzano ciò che la Carta e La Dichiarazione universale dei diritti umani affermano.

Altrettanto importante penso sia inculcare nei giovani un atteggiamento più attento e responsabile nei confronti delle questioni ambientali.
L’ecologia dà un senso nuovo alla Geografia perchè questa materia comprende la fisica terrestre, la biosfera e gli insediamenti umani.
Aver diminuito il numero di ore questa materia nel ciclo della scuola media di primo e secondo grado è stato un errore clamoroso.
Credo che il sociologo Edgar Morin, considerato tra le figure più prestigiose della cultura contemporanea, nel suo test: “I sette saperi necessari all’educazione del futuro,” abbia colto molto bene il bisogno di una rivisitazione complessiva dei saperi. Nel capitolo l’identità e la coscienza terrestre sostiene che dobbiamo imparare a “esserci” sul pianeta. Imparare ad esserci significa : imparare a vivere, a condividere, a comunicare, a essere comunione…. in quanto umani del pianeta terra. Non dobbiamo essere solo di una cultura, ma anche essere terrestri. Dobbiamo impegnarci a non dominare ma a prenderci cura, migliorare, comprendere. Dobbiamo inscrivere in noi la coscienza ecologica ossia la coscienza di abitare con tutti gli esseri mortali, la stessa sfera vivente (biosfera).
Solo nella scuola pubblica si possono inculcare questi principi per formare la coscienza ecologica.

E solo con questa coscienza ecologica che si può cogliere la devastazione che ci circonda: del territorio, delle acque, dell’aria. Prendere coscienza per poi agire.

Paolo Galazzo
Movimento Stop al Consumo di Territorio. Gruppo della Spezia e Val di Magra

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