Sarzana? Ancora al palo della cementificazione risolutiva, della svendita del territorio, delle aste, degli investitori benefattori: Tavolara, Colonia Olivetti, Progetto Botta, Social Housing, Olmo 2, Marinella. Ma ora ecco una nuova cordata (o cricca) pronta alla guida di un progetto “surreale”: boziland. Un mega progetto con mega investitori con mega idee, al servizio dei bambini, degli ecologisti e dei ricercatori di genetica! Già vediamo una mega gigantografia dell’ideatore, visibile dai borghi della vallata, ed una mega scritta:
Mannozziland
“Vi avremmo stupito con effetti speciali…” così cominciava una nota pubblicità di qualche anno fa, e così sembra prendere corpo l’ipotesi progettuale dei Bozi di Saudino a Sarzana, da quanto dichiarato dalla proprietà e dai progettisti sulla stampa il giorno 18 Giugno 2011.
La proprietà descrivendo situazioni ai limiti del fantascientifico, con laboratori all’avanguardia, addirittura interrati, e con eminenti professionisti e professori emeriti delle università di Pisa, Firenze, Bologna, Genova e Torino" esperti di genetica...? E quali gli enti o istituti di appartenenza? E con quali soldi soldi pubblici visto che in Italia non ci sono soldi per fare ricerca in medicina, il dott. Madrignani conosce qualche ente privato che vuol fare beneficenza per obbiettivi nobili? (o per fare soldi a spese dei cittadini e...del territorio?).
Quanti metri quadrati di territorio verranno cementificati per far posto al centro per la ricerca nelle malattie genetiche e altre meraviglie? "Un progetto che si avvicina alla fantascienza. Si studierà attraverso la genetica se un pazienze potrà avere malattie gravi nel corso degli anni, alcuni laboratori verranno costituti in un «bunker» scavati sottoterra”. E ancora “i progetti prevedono una clinica con annesso centro benessere e altre attività sempre di grande qualità": Bunker scavati sotto terra? Non abbiamo mai sentito parlare di centri benessere realizzati all'interno di centri di ricerca e di studio seri e qualificati sulle malattie genetiche o qualunque altra patologia.
Il progetto promette da due a trecento posti di lavoro, con un utilizzo di un milione di metri quadri, cioè una superficie tale che ci chiediamo che fine farebbe l’area umida, a quel punto …
Il Sindaco Caleo, pur non chiudendo subito la porta a un simile progetto, come farebbe qualsiasi sensato Amministratore conscio della realtà del proprio territorio, comunque rammenta che è un area “delicata”: aggiungiamo noi che se simile area “delicata” si è conservata quasi intatta, a parte qualche piccola discarica abusiva, è grazie alla sua relativa inaccessibilità e quindi alla scarsa presenza antropica (al massimo qualche bird watcher e qualche pescatore sportivo), il che ha permesso il prosperare di una fauna schiva che del disturbo umano non ne sente proprio il bisogno, e di questo dovrebbero esserne consapevoli sia il Comune che il Parco.
Quanto poi alle ricadute occupazionali, tasto a cui, in tempi di crisi, l’opinione pubblica è molto sensibile quindi facile da calcare, ci mostriamo assai perplessi su numeri che, appunto, ci appaiono sproporzionati per le dimensioni dell’area.
A prima vista l'ipotesi nasconde la realizzazione di un grande condominio commerciale con annesso micro parco giochi, scivolo e "officina genetica": ovviamente la superficie del parco sarà relativa ai soli specchi acquei!
Se davvero un progetto esiste esistono metodi e strumenti per diffonderlo e se è salvifico per la città e ha un valore è giusto parlarne apertamente.
L'iniziativa proposta da Mannozzi e dal suo gruppo è legittima, non è legittima e istituzionale quella del Sindaco: non ci si mette davanti al tavolo a discutere con interlocutori privati e con il PRG scaduto.
Si aprano le procedure per avviare il nuovo strumento urbanistico e solo dopo si verifichino compatibilità, relazioni, costi ambientali, territoriali, culturali e umani, ricordandosi comunque che il PUC deve adeguarsi al Piano di Parco perché è ad esso subordinato, e che le stesse varianti del Piano di Parco sono soggette a Valutazione d’Incidenza perché siamo in un SIC.
Vorremmo rammentare, in conclusione, che, vista la natura dell’area, una sola valorizzazione è possibile, quella conservazionistica dei valori naturalistici: soluzioni alternative condurrebbero solo alla distruzione dell’habitat, quindi alla fine dei Bozi come li conosciamo e come li valutano Naturalisti e Unione Europea.
Il Delegato Provinciale Della Spezia LIPU Paolo Canepa
Il Presidente Provinciale Della Spezia di Italia Nostra Serena Spinato
Il Presidente Regionale Ligure di Legambiente Stefano Sarti
Il portavoce del movimento “Stop al Consumo di Territorio” gruppo della Spezia e Val di Magra Roberto Mazza
Il Presidente Provinciale Della Spezia del WWF Giovanni Ponzanelli