domenica 3 luglio 2011

I BOZI : LE ASSOCIAZIONI CONTRO UN PROGETTO “SURREALE”

La Nazione, 23/6/2011

Sarzana? Ancora al palo della cementificazione risolutiva, della svendita del territorio, delle aste, degli investitori benefattori: Tavolara, Colonia Olivetti, Progetto Botta, Social Housing, Olmo 2, Marinella. Ma ora ecco una nuova cordata (o cricca) pronta alla guida di un progetto “surreale”: boziland. Un mega progetto con mega investitori con mega idee, al servizio dei bambini, degli ecologisti e dei ricercatori di genetica! Già vediamo una mega gigantografia dell’ideatore, visibile dai borghi della vallata, ed una mega scritta:

Mannozziland

“Vi avremmo stupito con effetti speciali…” così cominciava una nota pubblicità di qualche anno fa, e così sembra prendere corpo l’ipotesi progettuale dei Bozi di Saudino a Sarzana, da quanto dichiarato dalla proprietà e dai progettisti sulla stampa il giorno 18 Giugno 2011.

La proprietà descrivendo situazioni ai limiti del fantascientifico, con laboratori all’avanguardia, addirittura interrati, e con eminenti professionisti e professori emeriti delle università di Pisa, Firenze, Bologna, Genova e Torino" esperti di genetica...? E quali gli enti o istituti di appartenenza? E con quali soldi soldi pubblici visto che in Italia non ci sono soldi per fare ricerca in medicina, il dott. Madrignani conosce qualche ente privato che vuol fare beneficenza per obbiettivi nobili? (o per fare soldi a spese dei cittadini e...del territorio?).

Quanti metri quadrati di territorio verranno cementificati per far posto al centro per la ricerca nelle malattie genetiche e altre meraviglie? "Un progetto che si avvicina alla fantascienza. Si studierà attraverso la genetica se un pazienze potrà avere malattie gravi nel corso degli anni, alcuni laboratori verranno costituti in un «bunker» scavati sottoterra”. E ancora “i progetti prevedono una clinica con annesso centro benessere e altre attività sempre di grande qualità": Bunker scavati sotto terra? Non abbiamo mai sentito parlare di centri benessere realizzati all'interno di centri di ricerca e di studio seri e qualificati sulle malattie genetiche o qualunque altra patologia.
Il progetto promette da due a trecento posti di lavoro, con un utilizzo di un milione di metri quadri, cioè una superficie tale che ci chiediamo che fine farebbe l’area umida, a quel punto …

Il Sindaco Caleo, pur non chiudendo subito la porta a un simile progetto, come farebbe qualsiasi sensato Amministratore conscio della realtà del proprio territorio, comunque rammenta che è un area “delicata”: aggiungiamo noi che se simile area “delicata” si è conservata quasi intatta, a parte qualche piccola discarica abusiva, è grazie alla sua relativa inaccessibilità e quindi alla scarsa presenza antropica (al massimo qualche bird watcher e qualche pescatore sportivo), il che ha permesso il prosperare di una fauna schiva che del disturbo umano non ne sente proprio il bisogno, e di questo dovrebbero esserne consapevoli sia il Comune che il Parco.

Quanto poi alle ricadute occupazionali, tasto a cui, in tempi di crisi, l’opinione pubblica è molto sensibile quindi facile da calcare, ci mostriamo assai perplessi su numeri che, appunto, ci appaiono sproporzionati per le dimensioni dell’area.
A prima vista l'ipotesi nasconde la realizzazione di un grande condominio commerciale con annesso micro parco giochi, scivolo e "officina genetica": ovviamente la superficie del parco sarà relativa ai soli specchi acquei!

Se davvero un progetto esiste esistono metodi e strumenti per diffonderlo e se è salvifico per la città e ha un valore è giusto parlarne apertamente.
L'iniziativa proposta da Mannozzi e dal suo gruppo è legittima, non è legittima e istituzionale quella del Sindaco: non ci si mette davanti al tavolo a discutere con interlocutori privati e con il PRG scaduto.

Si aprano le procedure per avviare il nuovo strumento urbanistico e solo dopo si verifichino compatibilità, relazioni, costi ambientali, territoriali, culturali e umani, ricordandosi comunque che il PUC deve adeguarsi al Piano di Parco perché è ad esso subordinato, e che le stesse varianti del Piano di Parco sono soggette a Valutazione d’Incidenza perché siamo in un SIC.

Vorremmo rammentare, in conclusione, che, vista la natura dell’area, una sola valorizzazione è possibile, quella conservazionistica dei valori naturalistici: soluzioni alternative condurrebbero solo alla distruzione dell’habitat, quindi alla fine dei Bozi come li conosciamo e come li valutano Naturalisti e Unione Europea.

Il Delegato Provinciale Della Spezia LIPU Paolo Canepa
Il Presidente Provinciale Della Spezia di Italia Nostra Serena Spinato
Il Presidente Regionale Ligure di Legambiente Stefano Sarti
Il portavoce del movimento “Stop al Consumo di Territorio” gruppo della Spezia e Val di Magra Roberto Mazza
Il Presidente Provinciale Della Spezia del WWF Giovanni Ponzanelli



OLMO 2: ANCORA E ANCORA CONSUMO DI TERRITORIO A SARZANA

La Nazione, 6/6/2011

Di Roberto Mazza e Silvia Minozzi

Non sempre gli assessori all’ urbanistica hanno avuto anche la passione per l’ architettura contemporanea. L avvocato Bottiglioni si. Durante il suo settennato si è fatto l’impossibile per costruire il nuovo a colpi di varianti, e ancora molto si farà. È di questi giorni la comunicazione orgogliosa che la realizzazione dell’ennesimo quartiere residenziale in area agricola vedra’ presto la luce: all’inizio del mese di giugno inizieranno le opere per la ricollocazione dei sottoservizi esistenti (condutture Enel, Telecom, Acam) e nel prossimo mese di settembre il ponte sul Calcandola verrà demolito e ricostruito. E tutto questo per consentire la costruzione di 102 nuovi appartamenti (Il cosiddetto progetto OLMO 2) in un’area di “assoluta inedificabilità a causa della normativa vigente in tema di rischio idrogeologico”, come lo stesso Bottiglioni ha dichiarato. A nulla e’ servita, evidentemente, la disastrosa esperienza dello scorso dicembre, in cui abbiamo visto intere colline franare travolgendo case e strade, torrenti, fra cui proprio il Calcaldola, esondare allagando l’abitato; e tutto cio’ sicuramente a causa di precipitazioni particolarmente intense ma anche della mancata manutenzione dei boschi, la mancata pulizia delle tombinature, l’edificazione selvaggia in zone franose o alluvionabili.

Il motivo di tanta impopolare ostinazione sfugge, considerato che rispetto ai suoi predecessori l’Assessore ha avuto la più forte opposizione popolare dopo il dopoguerra (progetto Botta), e il vento (civile) contro. Non solo quello degli ambientalisti, ma anche degli intellettuali (ricordiamo le lezioni di Romano e Settis al Festival della Mente). Considerata l'insistenza degli urbanisti nazionali sul disastro territoriale, gli appelli di Carlo Petrini per la salvezza dei terreni fertili, e ora anche la 'nuova sinistra', costituitasi a Milano intorno a Pisapia, che sta dichiarando guerra alla cricca dei palazzinari senza scrupolo guidati dalla Moratti. E a Sarzana? Tavolara, Colonia Olivetti, Progetto Botta, social boudoir, Olmo 2, Marinella.

Quaranta cittadini protestano, certo. Ma cosa sono quaranta cittadini rispetto alla realta’ incontrovertibile di un territorio che viene devastato, violentato, irrimediabilmente distrutto per null’altra ragione se non quella di intascare, come sempre, gli oneri di urbanizzazione? E non ci aveva promesso il nostro Sindaco, in piu’ occasioni pubbliche, “le aree da utilizzare per creare nuovi insediamenti ci sono; basta consumare ulteriore territorio, bisogna puntare al recupero e ristrutturazione dell’esistente”

L’assessore verrà ricordato insieme al suo capoufficio tecnico e al suo sindaco come quel (ultimo) gruppetto della sinistra che ha inferto l’ultimo grande colpo alle meraviglie del paesaggio locale.