"Mentre l'alimentare tradizionale arranca, il biologico continua la sua corsa anche nel primo semestre del 2011 (+13%), conquistando sempre piu' spazio nella Gdo. La conseguenza è una ristrutturazione nel sistema agricolo: in un anno diminuiscono i bioagricoltori, ma cresce la dimensione media aziendale. In piu' molti produttori diventano anche trasformatori e 'venditori'". Lo afferma, in una nota, la Cia-Confederazione italiana agricoltori alla vigilia del "Sana", il 23° Salone internazionale del naturale che si terra' a Bologna dall'8 settembre. "La crisi- aggiunge- non intacca l'appeal del biologico, che guadagna ancora spazio nel carrello degli italiani.
A dispetto della crisi dei consumi alimentari convenzionali, il segmento 'bio' continua a correre, mettendo a segno nel primo semestre del 2011 un aumento del 13%. Un dato - precisa la Cia - che conferma e rafforza il risultato record gia' toccato nel 2010, quando il 'bio' ha brindato al più 11,6%".
Per la confederazione "è chiaro, dunque, il definitivo passaggio del biologico da moda passeggera o 'di nicchia' a vera e propria abitudine di spesa, come evidenzia la presenza massiccia dei prodotti biologici nelle catene della Gdo. Solo tra gennaio e aprile, infatti -osservano la Cia e la sua associazione per il biologico Anabio - gli acquisti 'bio' crescono del 14,6% nei supermercati, dell'11,8% negli ipermercati e addirittura del 16,1% nei discount (+16,1%). Rubando quote di mercato alle botteghe di quartiere e ai negozi tradizionali, che invece perdono il 46,9% rispetto allo stesso periodo del 2010".
Secondo la Cia, a trainare la spesa 'bio' in questa prima metà dell'anno "sono sempre pasta e riso (+32,9%); latte e formaggi (+20,4%), in particolare mozzarelle (+82,7%); biscotti e dolciumi (+15,4%) ma senza il pane (-11,3%); uova (+13,4%)".
E anche il mondo produttivo "si adegua al 'boom' del biologico. Nel 2010 - fa sapere la Cia - il numero dei bioagricoltori diminuisce sì del 3,3% rispetto al 2009 (41.807 unità contro le 43.230 dell'anno precedente), ma contemporaneamente cresce sia la superficie totale dedicata (1.113.742 ettari rispetto ai 1.106.684 del 2009) sia la superficie media aziendale, che raggiunge i 26,6 ettari per azienda (+3,9% sul 2009) mentre la media nel convenzionale resta a 7,9 ettari".
Questo vuol dire che nell'ultimo anno c'è stata una sorta di "scrematura naturale - spiegano Cia e Anabio - che ha coinvolto prevalentemente le imprese di piccolissime dimensioni e le aziende meno strutturate, con una conseguente ristrutturazione del sistema in direzione di un superamento del fenomeno della polverizzazione".
Sempre nel 2010, "sono aumentati del 22% annuo i produttori agricoli che effettuano anche attivita' di trasformazione e vendita diretta - conclude la Cia - prediligendo il mercato breve e il rapporto diretto con i consumatori".
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