IL WWF nazionale diffonde un comunicato in cui parla di tragedia annunciata e attacca la Regione Liguria per aver varato, proprio quest' estate, un regolamento «che ha ridotto da 10 a 3 metri le distanze minime di edificazione vicino ai corsi d' acqua». Dagli uffici di piazza De Ferrari si spiega che il provvedimento è stato voluto in realtà per rendere omogenee le diverse scelte delle Provincie con i loro piani di bacino e al contempo fissare paletti e prescrizioni che, in passato, chi voleva costruire non incontrava. Se i tecnici hanno così reso più difficile, soggetta a passaggi di verifica e controllo, la procedura, dal punto di vista politico la scelta non è stata però radicale come in altre regioni in cui il divieto di costruzione resta ancorato alla fascia di sicurezza dei dieci metri. «Rispettando in questo modo spiega Marco Piombo presidente del Wwf Liguria- le direttive del testo unico delle opere idrauliche del 1904, che introduceva il principio base della distanza di 10 metri delle costruzioni dai corsi d' acqua». Dalla Regione, però, si sottolinea che la deroga sotto i 10 metri era già stata resa possibile da una legge regionale della Liguria del 1993. I successivi piani di bacino provinciali avevano così a loro volta acconsentito a notevoli riduzioni della fascia di sicurezza. A Monterosso e Vernazza, ad esempio, era di cinque metri a Imperia si scendeva a tre. Naturalmente la fascia riguarda zone non considerate a rischio esondazione per le quali i vincoli sono ben più severi. Una sorta di deregulation delle aree a ridosso degli argini, alla quale il Regolamento di quest' estate vorrebbe porre rimedio. La riduzione delle dimensioni della fascia non è infatti automatica, ma potrà essere concessa solo dietro una serie di analisi, studi e documenti che prima non erano invece necessari. Inoltre, la riduzione è prevista in particolare per corsi d' acqua minori e aree già urbanizzate, dove eventuali interventi non andranno a cancellare spazi verdi. Resta il fatto che la politica ha deciso sì di mettere ordine in una situazione confusa, ma senza tornare ai parametri più restrittivi che la normativa nazionale consente. E la "sentenza" del Wwf è pesante: «La Liguria rappresenta un caso esemplare della miopia istituzionale sull' attività di prevenzione e tutela del territorio».
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