La Repubblica, 1 febbraio 2012
Un pericoloso «incendio grigio» sta bruciando il paesaggio italiano. Niente a che vedere con le fiamme dei veri roghi. Il territorio del Bel Paese rischia di venire definitivamente incenerito da un’immensa colata di cemento che lo sta sommergendo giorno dopo giorno. A lanciare l’allarme, con un nuovo drammatico dossier, presentato ieri, “Terra rubata. Viaggio nell’Italia che scompare”, sono due grandi associazioni ambientaliste, il Fai, Fondo per l’ambiente italianoe il Wwf. Non solo una valanga di dati allarmanti, evidenziati dalla ricerca, promossa dall’Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con la Bocconi di Milano, ma un appello pressante a l G o v e r n o Monti perché l ‘ e m e r g e n z a economica non lo distolga dall’intervenire attivamente in un’altra emergenza non meno grave: la salvaguardia del territorio. «Un consumo di suolo che nella sola pianura padana divora ogni giorno molti ettari di campagne fertili che sono assorbiti per sempre dal cemento - denuncia Fulco Pratesi, presidente del Wwf. - Un danno ancora più grande della distruzione fisica, perché i terreni vicini non vengono più coltivati nella speranza che un domani diventino edificabili». L’indagine condotta su 11 regioni italiane, corrispondenti al 44% della superficie totale, sottolinea come l’area urbana in Italia, negli ultimi 50 anni, si sia moltiplicata di 3,5 volte, aumentando dagli anni Cinquanta ai primi del Duemila, di quasi 600 mila ettari, oltre 33 ettari al giorno. Un ritmo che si sta spaventosamente incrementando. «Le lobby del cemento e del mattone fagociteranno per sempre, nei prossimi 20 anni, al ritmo di 75 ettari al giorno, tesori naturalisticie paesaggistici, terreni agricoli e spazi di aggregazione sociale, che non saranno più restituiti alla collettività - denunciano gli ambientalisti. - E la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600 mila ettari».
Città che crescono anche quando gli abitanti diminuiscono. Un consumo irreversibile del suolo che ha nell’abusivismo edilizio la sua causa più insidiosa. Secondo i dati ufficiali riportati nel dossier dal 1948 a oggi si sono registrati in Italia 4,6 milioni di abusi edilizi: 75 mila all’anno, 207 al giorno. Nello stesso periodo sono stati costruiti 450 mila edifici abusivi per un totale di un milione e 700 mila alloggi abusivi abitati da circa 6 milioni di abitanti. Interessi economici favoriti da un’assenza di pianificazione urbanistica. E da varianti e deroghe concesse ad hoc da amministratori complici.
Non solo lamenti. Per contrastare i «ladri di territorio» e arrestare il consumo di suolo Fai e Wwf suggeriscono una precisa Road Map con 11 linee di intervento. Da piani urbanistici che pongano rigidi limiti al nuovo edificato, alla lotta severa all’abusivismo. In particolare si chiede che venga aumentato il grado di tutela delle coste introducendo un’estensione generalizzata dei 300 metri di salvaguardia dalla linea di battigia sino ad almeno mille metri, come aveva previsto in Sardegna il piano paesistico della giunta Soru. Si chiede inoltre che vengano introdotti meccanismi fiscali che prevedano da un lato un più severo regime di tassazione sull’utilizzo di nuove risorse territoriali e dall’altro individuino agevolazioni sul riuso virtuoso di territorio.
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