Di: Mario Lancisi
"Troppo cemento". La neo assessora all'urbanistica della Toscana bacchetta i sindaci Pd. Che si ribellano. Ma il governatore Rossi la difende. E Settis plaude
L'ultimo scontro con i sindaci Pd della Toscana rossa è stato sui porti turistici. Troppo cemento, "troppe cittadelle in riva al mare", ha tuonato Anna Marson, 53 anni, neo assessore all'urbanistica della Regione Toscana, ai primi di agosto. Trevigiana, docente di pianificazione del territorio a Venezia ed ex assessore all'urbanistica della provincia veneta alla fine degli anni Novanta (esperienza sulla quale ha scritto il libro "Barba Zuchon Town. Una urbanista alle prese col nordest", edito da Franco Angeli), la Marson è l'assessore più discusso della nuova giunta toscana del governatore Enrico Rossi. Più discusso dal Pd.
Motivo? In quattro mesi, da quando è stata nominata assessore, la Marson, sposata con Alberto Magnaghi, anche lui urbanista fiorentino, uno di maggiori esponenti dei comitati contro i cosidetti ecomostri toscani, nati sull'onda delle denunce di Alberto Asor Rosa sul caso edilizio di Monticchiello, ha rivoltato come un calzino la politica del suo predecessore Riccardo Conti. Nel mirino sindaci e comuni rossi: "L'errore più grande commesso in questi anni? La troppa autonomia concessa ai comuni", è stato il suo esordio bellicoso.
Gli strappi della docente veneta, che dal 2000, da quando si è sposata con Magnaghi abita in un piccolo borgo di Montespertoli, a due passi da Firenze, sono stati numerosi. Dal no a nuovi insediamenti edilizi a quello della seconda pista dell'aeroporto di Firenze, voluta dal sindaco Matteo Renzi e dagli industriali locali. Dalle critiche agli insediamenti in Val di Cornia, da San Vincenzo a Piombino, al disco rosso al progetto dei Della Valle di una Cittadella viola di 84 ettari con nuovo stadio, alberghi e centri commerciali. Per arrivare ai porti turistici, l'ultimo scontro. "Basta con i porti per yacht che sono vere e proprie cittadelle con alberghi, ristoranti e centri commerciali. Vogliamo più approdi, ma con meno cemento e costi più bassi", ha spiegato la Marson in un'intervista al "Tirreno".
"Non siamo sindaci palazzinari", è stata la risposta irata di molti primi cittadini toscani. E Matteo Tortolini, responsabile Pd toscano per l'urbanistica, ha "scomunicato" il neo assessore indicato in quota Idv: "Basta con gli annunci della Marson, la lunghezza dei porti non la indica la politica".
Ma Rossi difende a spada tratta la Marson: "È una donna molto intelligente e preparata. Sul metodo si può discutere, ma nel merito sta portando avanti il programma della giunta nel segno della discontinuità con le precedenti amministrazioni".
E pensare che quando, nell'aprile scorso, Pancho Pardi, fiorentino, professore di Urbanistica e senatore dell'Idv, gli propose a sorpresa la candidatura della Marson, Rossi esclamò: "Ma chi è?". Nel giro di dieci minuti Pardi gli recapitò un lungo, inequivocabile curriculum della candidata. Giudizi favorevoli arrivarono anche da Davide Zoggia, dirigente del Pd toscano. Qualcuno, è vero, gli ricordò anche un articolo della Marson molto critico nei confronti della gestione urbanistica della Regione, ma il governatore tirò avanti per la sua strada. E oggi persino Salvatore Settis, rettore della Normale di Pisa e severo censore dello sviluppo paesaggistico e urbanistico toscano, riconosce che il nuovo corso impresso dalla Marson rappresenta "la più bella notizia degli ultimi dieci anni".
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