ASSEMBLEA NAZIONALE
Ambientalisti e comitati al lavoro 2 giorni in Cittadella sullo «sviluppo sostenibile»
COME fermare la cementificazione e la distruzione del territorio? Come dimostrare a tutti, in primis agli amministratori, che un altro sviluppo è possibile? Queste e altre domande hanno animato gli «stati generali» del movimento «Stop al consumo di territorio», che ha tenuto la sua assemblea nazionale a Sarzana lo scorso fine settimana. Oltre 300 persone hanno partecipato, dibattendo per ore di tutela del paesaggio e sostenibilità ed ascoltando le denunce e le relazioni di tecnici, associazioni, comitati e rappresentanti del mondo dell’ambientalismo provenienti da tutta Italia. Al centro della discussione ovviamente le grandi istanze locali, come Marinella, Progetto Botta, Calata Paita, ma anche Santo Stefano col suo territorio «martoriato, coperto di rifiuti, case, shopping-centers, containers». Ospiti illustri come i presidenti nazionali di Legambiente e Slow Food, urbanisti, giornalisti si sono alternati agli interventi di semplici cittadini. «Purtroppo il nostro territorio continua a sfornare idee deliranti — il commento di Roberto Mazza, il portavoce spezzino di «Stop al consumo» — il grande outlet a Brugnato, i capannoni in Val Graveglia, campi da golf in Val di Vara, una darsena di proporzioni enormi sul Magra, 83.000 mq di abitazioni a Fiumaretta e Marinella... Le amministrazioni anziché investire sul turismo sostenibile sognano centri commerciali, zone artigianali, capannoni, terze corsie, grandi alberghi e fingono di non conoscere i dati sul declino dei grandi outlet, la crisi della nautica, la sovrabbondanza di alloggi sfitti. Come fare a fermarli, a distogliersi dall’equazione cemento-sviluppo-lavoro, prima che sia troppo tardi?» Molti i temi affrontati durante il convegno: da come misurare il consumo di suolo con Google Maps, alla sofferenza psichica causata dalla cementificazione. La domenica pomeriggio è stata dedicata alla realtà locale, con particolare attenzione al Progetto Marinella. Silvia Minozzi e Roberto Mazza, coordinatori del gruppo spezzino, hanno ribadito che non è intenzione del movimento opporsi in modo radicale al progetto ma proporre linee progettuali alternative che puntino su un turismo a misura della vallata, con connessioni agrituristiche, enogastronomiche, culturali ed archeologiche. Su questi temi numerosi interventi fra cui quello di Piero Donati, della Soprintendenza ai beni culturali, di Ennio Salamon, presidente della Doxa, dell’architetto Silvano D’alto, dei rappresentanti dei GAS locali e di Giovanni Gabriele, presidente della sezione spezzina di Italia Nostra. Insomma, «Stop al consumo» non molla, e come deciso all’unanimità durante l’assemblea, resterà un movimento aperto a tutti, privo di struttura formale ed estraneo a qualunque legame con partiti politici. Una rete di comunicazione aiuterà i comitati aderenti a far fronte comune per le prossime battaglie. Soddisfazione, quindi, per l’incontro di Sarzana con un unico rammarico: quello di non aver potuto trasmettere in diretta web (come era stato annunciato) i lavori dell’assemblea. «Ci scusiamo con chi sabato ha cercato di collegarsi — si legge nel sito web www.stopalconsumoditerritorio.it —ma le connessioni della Fortezza Firmafede si sono rilevate una autentica... Fortezza anche per le nostre capacità».
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