La presa di posizione di Giovanni Gabriele, consigliere nazionale di Italia Nostra, sul rinnovo dei Consiglieri del Parco di Montemarcello.
Inviata a Marco Preve, e pubblicata su Trenette e Mattoni, storie di cemento in Liguria
LO STATUTO PIOVUTO DALL’ALTO
Mercoledì 30 aprile sarà votato, per essere approvato, il nuovo statuto del Parco di Montemarcello Magra.
Come consigliere uscente dell’Ente Parco e rappresentante delle associazioni ambientaliste che hanno concorso in modo determinante all’istituzione dei parchi regionali in Liguria, adoperandosi per la loro salvaguardia e funzionamento nel corso degli ultimissimi decenni, non posso concordare con la scelta operata dall’amministrazione Burlando. Approfittando della riduzione a 5 dei membri del consiglio direttivo di ciascun parco e interpretando in modo errato la disposizione finanziaria statale dell’estate 2010, si impone agli enti parco uno statuto-tipo che rischia di estromettere per sempre gli ambientalisti dai consigli direttivi dei parchi, ove spesso rappresentano l’unica voce a favore di scelte per la salvaguardia del territorio e dell’uso pertinente dei fondi assegnati alle aree protette.
Dei cinque componenti del nuovo consiglio direttivo, tre andrebbero ai comuni rappresentati nella comunità, uno alla regione, ed il quinto, pure designato da un numerosa ed eterogenea comunità del parco dovrebbe esprimere non meglio identificati “interessi generali”. Senza specifiche più stringenti rischiamo di avere parchi a gestione consortile tra comuni, con presidenti privi di alcun requisito professionale in materia.
La Regione non può imporre statuti tipo agli enti parco togliendo gli ambientalisti dai consigli direttivi senza chiarire chi sarà questo fantomatico “quinto componente” che deve rappresentare “interessi generali”. La Comunità del Parco non permetterà mai che una persona designata dalle associazioni di protezione ambientale entri nel Consiglio.
Ritengo che la procedura allestita dalla Regione Liguria sia illegittima e ci sono tutti gli elementi per sollevare la questione di costituzionalità della l.r. 16/2010 quando vengono imposti statuti tipo scritti dalla stessa Regione.
L’art. 1, comma sesto, della L.R. Liguria 16/2010, che sostituisce il comma primo dell’art. 13 della L.R. Liguria 22/2/1995 n.12, attribuisce impropriamente alla Giunta Regionale il compito di approvare uno “schema tipo” di Statuto per tutti gli enti parco, il quale definisca gli obiettivi di attività dell’ente, normi la sua organizzazione e determini le attribuzioni dei suoi organi nonché l’ordinamento degli uffici del parco regionale stesso.
Ciò appare in netto contrasto con quanto disposto dall’art. 24 della legge quadro statale sulle aree protette 6/12/1991 n. 394, che attribuisce a ciascun ente parco regionale, e non alla Regione, la potestà di approvare il proprio Statuto, inclusi i contenuti sopra menzionati.
Credo che si debba sostenere che lo Statuto-tipo approvato recentemente con delibera di giunta regionale non doveva essere un testo da scopiazzare pedissequamente (altrimenti non si capirebbe perché poi deve formalmente adottarlo il parco), ma una serie di “paletti” e di indicazioni generali i cui spazi “lasciati vuoti” potevano e dovevano essere riempiti dal singolo ente secondo le proprie specificità.
In conclusione, pur rispettando alcune disposizioni di carattere generale, il singolo parco avrebbe dovuto dettagliare meglio:
i requisiti del presidente che devono restare quelli di competenza oggi fissati; diversamente il presidente potrà essere chiunque, senza alcun titolo amministrativo o di competenza sulla materia aree protette.
Va inoltre chiarito chi e’ il soggetto che rappresenta gli interessi generali, proponendo che sia un esponente designato dalla maggior parte delle associazioni di protezione ambientale riconosciute dal ministero dell’ ambiente presenti in Liguria.
La comunita’ del parco non può essere elefantiaca e pletorica con al suo interno boscaioli, cacciatori, artigiani e altri che poco c’entrano con l’ente parco.
Infine nello statuto proposto spariscono i compiti del direttore.
Per quanto esposto ritengo quanto segue:
1. Cinque membri del Direttivo sono pochi. Era opportuno portarli almeno a sette, in nome di una rappresentività pluralistica.
2. Ridurre la componente tecnico-ambientalistica ad un poco probabile solo consigliere significa mortificare il carattere tecnico gestionale dell’Ente.
3. Il consiglio direttivo deve avere in sé competenze tecnico professionali e non rappresentanti degli interessi particolaristici e localistici.
4. La nomina del presidente da parte della Regione è un atto di prepotenza inacettabile, si nega di fatto il principio di vera democrazia che chi presiede venga eletto dai preseduti.
5. Ancora una volta la cricca politica, in questo caso il centrosinistra di Burlando, vuole mettere le sue mani dappertutto e su tutto, per imporre unilateralmente e senza un vero dibattito, le proprie mire e i propri intendimenti.
Per quanto sopra esprimerò voto contrario alla proposta di modifica allo statuto dell’Ente Parco di Montemarcello – Magra così come proposto o meglio imposto dal DGR n. 66 del 28.01.2011 e soprattutto dal suo presidente.
Giovanni Gabriele
Consigliere uscente del Parco di Montemarcello Magra
Consigliere Nazionale di Italia Nostra
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