Ho seguito con molta tristezza il dibattito innescato nelle ultime settimane dalla presa di posizione del Prof. Roberto Mazza, portavoce di “Stop al consumo di territorio”, in merito alla commistione fra uffici tecnici e Amministrazioni nella politica del territorio di alcuni Comuni della nostra Provincia.
In sintesi, Mazza ha detto una cosa che sta davanti agli occhi di tutti e cioè che molti uffici tecnici di Comuni della nostra Provincia non sono in grado di svolgere un’efficace politica di difesa del territorio rispetto ai progetti aggressivi dell’imprenditoria privata.
Questo implica un giudizio assai severo nei confronti della politica che non ha proprie autonome strategie e che non è stata capace, pur governando da decenni, praticamente senza opposizione, per lo meno all’interno delle Istituzioni, di creare le condizioni per la nascita e l’affermazione di un “management” pubblico di alto profilo professionale e culturale, forte per competenza tecnica ed autonomia.
Ci si sarebbero aspettati plauso e sostegno per le posizioni del Prof. Mazza che, invece, si è visto bersagliare da critiche tanto insulse quanto apodittiche, tutte sul clichè: “siamo molto bravi e ce lo diciamo da soli” oppure su quell’altro, un “evergreen” della peggiore politica: “se sa qualcosa, vada alla Procura della Repubblica”.
Il problema, in realtà, non è prevalentemente giudiziario, anche se non di rado lo è stato, lo è e, se si continua su questa strada, lo sarà; le questioni vere sono, da un lato, la commistione inestricabile tra amministratori e funzionari, tra politici e struttura tecnica degli Enti, dall’altro, la totale assenza di una progettualità alta, autonoma per scelte ed indirizzi, di tutela dei beni pubblici, ambientali, paesaggistici, culturali ed architettonici, che sono la vera ricchezza della nostra provincia.
Da tempo ho abbandonato la politica nella quale, peraltro, ho sempre svolto un ruolo marginale, forse perché incapace di rapportarmi con gli amministratori pubblici che ci hanno governato in questi anni, campioni di coraggio, competenza ed autonomia.
Mi limito quindi ad offrire al dibattito un piccolo contributo personale di chiarezza.
Se i sepolcri imbiancati che oggi si stracciano le vesti e promuovono ridicoli attacchi a Mazza hanno l’onestà intellettuale di accettare la sfida, sono disponibile ad elencare, in una sede pubblica, in prosa o in forma poetica, magari in rima, tutti i casi di tecnici che sono anche dirigenti politici e amministratori pubblici e di amministratori pubblici che sono anche tecnici del territorio, con contorno di mogli, mariti, compagni, amici e parenti.
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