lunedì 2 agosto 2010

UN PORTO NEL PARCO? LA LIGURIA GIA' SI DIVIDE

fonte: L'Avvenire, 1/8/2010

TURISMO NAUTICO

l’operazione, da trecento milioni di euro, rivoluzionerà nei prossimi anni la geografia del Magra: previste nuove darsene con centinaia di posti barca, appartamenti, hotel, negozi, servizi

Progetto Marinella», scontro sindaci-ambientalisti

PdL e il Pd locali favorevoli: si recupera un’area degradata. Ma c’è una opposizione trasversale. Legambiente e comitati civici accusano: «Scempio naturalistico e colata di cemento». E c’è un ricorso al Tar


DAL NOSTRO INVIATO A SARZANA (LA SPEZIA) : PAOLO VIANA

« Colata di cemento». «Scempio am­bientale ». «Rischio alluvione». «In­quinamento della falda»… Ci van­no giù pesante Legambiente e il Movimento Stop al Consumo di Territorio, per fermare il «Progetto Marinella», un’operazione da 300 mi­lioni di euro che rivoluzionerà nei prossimi an­ni la geografia del Magra e dell’ultimo lembo o­rientale di Liguria. Se il Consiglio regionale, il 5 agosto, approverà la variante al piano del Par­co di Montemarcello-Magra, nei territori di Sar­zana e Ameglia, sulla foce del fiume, sorgerà un nuovo porto turistico: darsene su entram­be le sponde e centinaia di posti barca, appar­tamenti, hotel, negozi, servizi per la nautica, persino una beauty farm… Sarà modificata la viabilità, cambieranno volto le spiagge.

Per gli ambientalisti liguri «verrà stravolta un’a­rea agricola e naturalistica di inestimabile va­lore, l’ultima pianura fertile della Liguria, ricca di testimonianze archeologiche». Per gli am­ministratori, invece, il progetto rappresenta u­na scommessa. Favorevoli i sindaci, favorevo­le il parco, favorevole soprattutto la Giunta Bur­lando: «io sono ultrafavorevole - ci dice la sua vice, l’assessore all’Urbanistica, la dipietrista Marylin Fusco - perché il privato si impegna a realizzare un progetto unitario per il recupero di un’area di oltre 400 ettari che oggi è degra­data. Ci sarà l’investimento sulla nautica ma ci saranno anche il ripascimento delle spiagge e la messa in sicurezza degli argini».


La Fusco va avanti come un treno e per gli am­bientalisti è una delusione, seconda solo a quel­la provocata dal 'tradimento' dei valori am­bientali da parte del Pd. La recente levata di scudi dell’esponente dell’Italia dei Valori con­tro il nuovo parcheggio di Portofino (sotto la villa di Berlusconi) aveva creato un certo fee­ling; oggi i comitati verdi la accusano di dop­piopesismo e lei tira fuori le unghie. «Quello di Paraggi è un caso diverso, là c’era un rischio per la gente, qui c’è un’opportunità di sviluppo. E poi il progetto non è un fulmine a ciel sereno: l’iter è iniziato nel 1999 e nel settembre di quel­l’anno gli ambientalisti sono stati convocati in Regione per un confronto. Tutti hanno saputo, tutti hanno contribuito, qualcuno ha addirit­tura votato il progetto, quand’era consigliere d’amministrazione dell’Ente Parco. Conside­rata l’importanza del dossier, comunque, l’im­pegno della Giunta è quello di tenere costan­temente informato il Consiglio regionale».

La chiosa non è casuale: se il 5 agosto passerà la variante, del Progetto Marinella si occupe­ranno solo conferenza dei servizi, comitato tec­nico urbanistico e giunta. La battaglia politica è già esplosa, quella legale cova sotto la cene­re. L’ex colonia Olivetti, una struttura in disu­so messa all’asta per 9 milioni di euro, potreb­be essere ceduta alla Marinella Spa in cambio di appartamenti da destinare al social housing :
le associazioni temono che la permuta possa avvenire a un valore nettamente inferiore. Il masterplan, del resto, è già al centro di un ri­corso al Tar presentato da un comitato civico di Bocca di Magra. «Abbiamo individuato - spie­ga il presidente Giampiero Pesci - undici ele­menti di illegalità nel progetto». Rincara la do­se Piero Baria, esponente di Sinistra e Libertà: «se consideriamo tutte le darsene e le struttu­re che sorgeranno tra Fiumaretta e Bocca di Magra, sarà sacrificato il suolo equivalente a 47 campi di calcio».



Di «colata di cemento» parlano Roberto Maz­za, responsabile del Movimento 'Stop al Con­sumo di Territorio' e Stefano Sarti, presidente di Legambiente Liguria, che si muovono in si­nergia con Italia Nostra, i Gas e un gruppo di a­gricoltori locali, visibilmente preoccupato per gli annunciati 86.700 i metri quadrati di nuova edificazione previsti tra Fiumaretta e Marinel­la. «È necessario - argomenta Mazza - produr­re una 'nuova cultura' che recuperi in parte i valori del passato e che non si vergogni più del­l’agricoltura e della tradizione contadina, che reinterpreti la modernità e il progresso sem­plicemente contestualizzandolo, in termini di qualità del vivere, di estetica e di alimentazio­ne, di tempo libero, di nuove economie e tec­nologie, senza pensare di riconvertire o tra­sformare la campagna fertile nella 'capanno­nizzazione del territorio'. Purtroppo il Proget­to Marinella va in una direzione diversa».

«Verrà realizzata - spiega Sarti - una grande nuo­va darsena sulla sponda sinistra del fiume Ma­gra, con 830 posti barca, dei quali solo la metà derivano da concessioni già esistenti». Tutt’in­torno, denunciano, si avrà «una vera e propria colata di cemento di residenze, recettività e commercio» mentre «una più piccola darsena di 50 posti barca verrà realizzata in sponda de­stra, prima dell’abitato di Bocca di Magra».

Infine, l’accusa: «Si parla di valorizzare la zona ma si punta in realtà a sfruttare le aree già di pro­prietà della Monte dei Paschi». Il 90% dell’area interessata dall’intervento coincide effettiva­mente con la tenuta agricola della banca se­nese. Nel dicembre dello scorso anno, quando, la Regione si apprestava a dare il via libera alla variante in esame, MpS ha costituito una so­cietà con CCC e Unieco (Lega delle Cooperati­ve) e Società Condotte (gruppo Caltagirone). Un matrimonio tira l’altro: arrivato in Com­missione Territorio, il progetto si è rivelato tal­mente pronubo che si sono schierati a favore Pd e PdL, contro tutti gli altri, da Rifondazione a Sinistra e Libertà, dalla Lega alla lista Biasot­ti.

In vista del voto del 5 agosto (ammesso che la crisi della sanità regionale non richieda di ag­giornare l’agenda) gli ambientalisti si appella­no con un documento congiunto ai singoli con­siglieri contro un progetto che, sostengono, «fa­vorirà la risalita del cuneo salino e la minaccia per le risorse idropotabili di 200.000 persone (valutazioni dell’Acam, la multi utility che ser­ve il comprensorio della Spezia); costituirà un ulteriore micidiale colpo nel processo di ce­mentificazione della Liguria con cui verrà in­taccata l’ultima grande nostra area fertile; l’ag­gravarsi dei gravi problemi connessi alla sicu­rezza idraulica delle popolazioni residenti, a Fiumaretta come nella prospiciente frazione di Bocca di Magra».

Quest’ultimo nodo, in realtà, sembra tenere in­sieme l’intera operazione. Che l’intera area fo­civa del Magra sia a rischio di alluvione lo atte­sta il piano di assetto idrogeologico. Sono «ros­se » o «arancioni» la maggiore parte delle aree interessate dal programma d’interventi e que­sto significa che su quei terreni o non si può e­dificare o si può farlo soltanto dopo aver rea­lizzato adeguate opere di difesa idraulica. La messa in sicurezza delle sponde fluviali, tutta­via, costa più di 20 milioni di euro e le finanze degli enti locali sono esangui. L’intervento del privato è quindi un toccasana: nel tratto di fiu­me dove sorgerà il nuovo porto turistico sarà la Marinella Spa a realizzare tutti gli argini, a pro­prie spese e fatto salvo un robusto sconto sul­le opere di urbanizzazione. Anche quest’ultimo dettaglio dell’accordo, manco a dirlo, è nel mi­rino dei comitati.

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