TURISMO NAUTICO
l’operazione, da trecento milioni di euro, rivoluzionerà nei prossimi anni la geografia del Magra: previste nuove darsene con centinaia di posti barca, appartamenti, hotel, negozi, servizi
Progetto Marinella», scontro sindaci-ambientalisti
PdL e il Pd locali favorevoli: si recupera un’area degradata. Ma c’è una opposizione trasversale. Legambiente e comitati civici accusano: «Scempio naturalistico e colata di cemento». E c’è un ricorso al Tar
DAL NOSTRO INVIATO A SARZANA (LA SPEZIA) : PAOLO VIANA
« Colata di cemento». «Scempio ambientale ». «Rischio alluvione». «Inquinamento della falda»… Ci vanno giù pesante Legambiente e il Movimento Stop al Consumo di Territorio, per fermare il «Progetto Marinella», un’operazione da 300 milioni di euro che rivoluzionerà nei prossimi anni la geografia del Magra e dell’ultimo lembo orientale di Liguria. Se il Consiglio regionale, il 5 agosto, approverà la variante al piano del Parco di Montemarcello-Magra, nei territori di Sarzana e Ameglia, sulla foce del fiume, sorgerà un nuovo porto turistico: darsene su entrambe le sponde e centinaia di posti barca, appartamenti, hotel, negozi, servizi per la nautica, persino una beauty farm… Sarà modificata la viabilità, cambieranno volto le spiagge.
Per gli ambientalisti liguri «verrà stravolta un’area agricola e naturalistica di inestimabile valore, l’ultima pianura fertile della Liguria, ricca di testimonianze archeologiche». Per gli amministratori, invece, il progetto rappresenta una scommessa. Favorevoli i sindaci, favorevole il parco, favorevole soprattutto la Giunta Burlando: «io sono ultrafavorevole - ci dice la sua vice, l’assessore all’Urbanistica, la dipietrista Marylin Fusco - perché il privato si impegna a realizzare un progetto unitario per il recupero di un’area di oltre 400 ettari che oggi è degradata. Ci sarà l’investimento sulla nautica ma ci saranno anche il ripascimento delle spiagge e la messa in sicurezza degli argini».
La Fusco va avanti come un treno e per gli ambientalisti è una delusione, seconda solo a quella provocata dal 'tradimento' dei valori ambientali da parte del Pd. La recente levata di scudi dell’esponente dell’Italia dei Valori contro il nuovo parcheggio di Portofino (sotto la villa di Berlusconi) aveva creato un certo feeling; oggi i comitati verdi la accusano di doppiopesismo e lei tira fuori le unghie. «Quello di Paraggi è un caso diverso, là c’era un rischio per la gente, qui c’è un’opportunità di sviluppo. E poi il progetto non è un fulmine a ciel sereno: l’iter è iniziato nel 1999 e nel settembre di quell’anno gli ambientalisti sono stati convocati in Regione per un confronto. Tutti hanno saputo, tutti hanno contribuito, qualcuno ha addirittura votato il progetto, quand’era consigliere d’amministrazione dell’Ente Parco. Considerata l’importanza del dossier, comunque, l’impegno della Giunta è quello di tenere costantemente informato il Consiglio regionale».
La chiosa non è casuale: se il 5 agosto passerà la variante, del Progetto Marinella si occuperanno solo conferenza dei servizi, comitato tecnico urbanistico e giunta. La battaglia politica è già esplosa, quella legale cova sotto la cenere. L’ex colonia Olivetti, una struttura in disuso messa all’asta per 9 milioni di euro, potrebbe essere ceduta alla Marinella Spa in cambio di appartamenti da destinare al social housing :
le associazioni temono che la permuta possa avvenire a un valore nettamente inferiore. Il masterplan, del resto, è già al centro di un ricorso al Tar presentato da un comitato civico di Bocca di Magra. «Abbiamo individuato - spiega il presidente Giampiero Pesci - undici elementi di illegalità nel progetto». Rincara la dose Piero Baria, esponente di Sinistra e Libertà: «se consideriamo tutte le darsene e le strutture che sorgeranno tra Fiumaretta e Bocca di Magra, sarà sacrificato il suolo equivalente a 47 campi di calcio».
Di «colata di cemento» parlano Roberto Mazza, responsabile del Movimento 'Stop al Consumo di Territorio' e Stefano Sarti, presidente di Legambiente Liguria, che si muovono in sinergia con Italia Nostra, i Gas e un gruppo di agricoltori locali, visibilmente preoccupato per gli annunciati 86.700 i metri quadrati di nuova edificazione previsti tra Fiumaretta e Marinella. «È necessario - argomenta Mazza - produrre una 'nuova cultura' che recuperi in parte i valori del passato e che non si vergogni più dell’agricoltura e della tradizione contadina, che reinterpreti la modernità e il progresso semplicemente contestualizzandolo, in termini di qualità del vivere, di estetica e di alimentazione, di tempo libero, di nuove economie e tecnologie, senza pensare di riconvertire o trasformare la campagna fertile nella 'capannonizzazione del territorio'. Purtroppo il Progetto Marinella va in una direzione diversa».
«Verrà realizzata - spiega Sarti - una grande nuova darsena sulla sponda sinistra del fiume Magra, con 830 posti barca, dei quali solo la metà derivano da concessioni già esistenti». Tutt’intorno, denunciano, si avrà «una vera e propria colata di cemento di residenze, recettività e commercio» mentre «una più piccola darsena di 50 posti barca verrà realizzata in sponda destra, prima dell’abitato di Bocca di Magra».
Infine, l’accusa: «Si parla di valorizzare la zona ma si punta in realtà a sfruttare le aree già di proprietà della Monte dei Paschi». Il 90% dell’area interessata dall’intervento coincide effettivamente con la tenuta agricola della banca senese. Nel dicembre dello scorso anno, quando, la Regione si apprestava a dare il via libera alla variante in esame, MpS ha costituito una società con CCC e Unieco (Lega delle Cooperative) e Società Condotte (gruppo Caltagirone). Un matrimonio tira l’altro: arrivato in Commissione Territorio, il progetto si è rivelato talmente pronubo che si sono schierati a favore Pd e PdL, contro tutti gli altri, da Rifondazione a Sinistra e Libertà, dalla Lega alla lista Biasotti.
In vista del voto del 5 agosto (ammesso che la crisi della sanità regionale non richieda di aggiornare l’agenda) gli ambientalisti si appellano con un documento congiunto ai singoli consiglieri contro un progetto che, sostengono, «favorirà la risalita del cuneo salino e la minaccia per le risorse idropotabili di 200.000 persone (valutazioni dell’Acam, la multi utility che serve il comprensorio della Spezia); costituirà un ulteriore micidiale colpo nel processo di cementificazione della Liguria con cui verrà intaccata l’ultima grande nostra area fertile; l’aggravarsi dei gravi problemi connessi alla sicurezza idraulica delle popolazioni residenti, a Fiumaretta come nella prospiciente frazione di Bocca di Magra».
Quest’ultimo nodo, in realtà, sembra tenere insieme l’intera operazione. Che l’intera area fociva del Magra sia a rischio di alluvione lo attesta il piano di assetto idrogeologico. Sono «rosse » o «arancioni» la maggiore parte delle aree interessate dal programma d’interventi e questo significa che su quei terreni o non si può edificare o si può farlo soltanto dopo aver realizzato adeguate opere di difesa idraulica. La messa in sicurezza delle sponde fluviali, tuttavia, costa più di 20 milioni di euro e le finanze degli enti locali sono esangui. L’intervento del privato è quindi un toccasana: nel tratto di fiume dove sorgerà il nuovo porto turistico sarà la Marinella Spa a realizzare tutti gli argini, a proprie spese e fatto salvo un robusto sconto sulle opere di urbanizzazione. Anche quest’ultimo dettaglio dell’accordo, manco a dirlo, è nel mirino dei comitati.
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