L'architetto sarzanese, e docente di sociologia urbana Silvano D'Alto, interviene sul dibattito aperto dal portavoce del Movimento Stop al Consumo di Territorio Roberto Mazza sulle responsabilità dei funzionari pubblici nelle scelte urbanistiche. “Gli esiti sul territorio - scrive - sono la conseguenza di un insieme di attori pubblici e privati, tra i quali non secondari sono gli Uffici amministrativi, che interpretano norme e regolamenti e si fanno espressione di un modo di pensare e di forme di sensibilità che entrano a definire il rapporto pubblico-privato sul territorio. Naturalmente il problema non è tipo giuridico, ma culturale. Basti pensare al modo di operare di una qualsiasi commissione edilizia, che si trova sempre ad interpretare i regolamenti con una certa larghezza o severità nell'applicare le norme, alle discussioni che si animano tra i suoi componenti, tra i quali si dividono spesso le posizioni. Gli uffici sono un mondo di opinioni, di sentimenti, di azioni mai del tutto neutrali rispetto agli obiettivi della pianificazione. Non a caso Renzo Piano, quando è stato incaricato dalla Sindaco Marta Vincenzi a orientare la politica urbana di Genova, ha inventato il nuovo ufficio di 'Urban Lab' (Laboratorio urbano), in una chiatta sul mare, da lui stesso progettata, lontano dagli spazi amministrativi comunali. Una macchina i cui guidatori , senza incorrere in alcun tipo di reato, influenzano la struttura e la concezione sempre più disorientata della nostra pianificazione, a tutto vantaggio di gruppi di interesse privati. Dunque il problema sollevato è reale, perché è un implicito invito a tutti coloro che operano sul territorio, in modo diretto o indiretto, a farsi consapevoli che il territorio è una dimensione strategica della nostra cultura e del nostro modo di essere società. Nessuno può sentirsi escluso dalla responsabilità di quanto accade nel governo degli spazi della nostra vita quotidiana.“
Prof. Silvano D’Alto, Architetto e docente di Sociologia Urbana, Università degli Studi di Pisa.
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