Condivido del tutto quanto Roberto Mazza scrive. L’osservazione sulle responsabilità comuni, compresi gli uffici tecnici, sul consumo di territorio, apre un capitolo essenziale nella comprensione delle dinamiche territoriali. Occorre una cultura diversa, una moralità nuova che faccia appello alla responsabilità di ciascuno come cittadino perché, come dice giustamente Roberto, c’è anche un’etica del paesaggio: quel senso di responsabilità sociale e culturale della propria azione per un bisogno di dignità personale e per amore del proprio territorio. La nuova urbanistica implica l'esigenza di essere consapevoli che il territorio è un bene comune e non può essere lasciato alle nude logiche dell'immobiliarismo. Occorre rafforzare il senso del ‘pubblico’, dei valori di partecipazione, di uguaglianza, dei diritti comuni, del territorio come risorsa limitata dove le scelte sbagliate diventano futuri devastanti non solo del paesaggio ma della stessa società. Occorre costruire un nuovo 'senso urbano' che ritrovi la fonte della storia e della memoria, del vivere comune, insieme al bisogno di novità e di innovazione. Il territorio è un 'sistema vivente' non una proliferazione di cellule cancerogene. Occorre forse cominciare a procurarsi e a leggere "Indignez-vous!" di Stéphane Hessel, Indigène Editions, il libriccino di un 'resistente' novantatreenne che in Francia ha venduto 600 mila copie in poche settimane. Silvano D'Alto
Condivido del tutto quanto Roberto Mazza scrive. L’osservazione sulle responsabilità comuni, compresi gli uffici tecnici, sul consumo di territorio, apre un capitolo essenziale nella comprensione delle dinamiche territoriali. Occorre una cultura diversa, una moralità nuova che faccia appello alla responsabilità di ciascuno come cittadino perché, come dice giustamente Roberto, c’è anche un’etica del paesaggio: quel senso di responsabilità sociale e culturale della propria azione per un bisogno di dignità personale e per amore del proprio territorio.
RispondiEliminaLa nuova urbanistica implica l'esigenza di essere consapevoli che il territorio è un bene comune e non può essere lasciato alle nude logiche dell'immobiliarismo. Occorre rafforzare il senso del ‘pubblico’, dei valori di partecipazione, di uguaglianza, dei diritti comuni, del territorio come risorsa limitata dove le scelte sbagliate diventano futuri devastanti non solo del paesaggio ma della stessa società. Occorre costruire un nuovo 'senso urbano' che ritrovi la fonte della storia e della memoria, del vivere comune, insieme al bisogno di novità e di innovazione. Il territorio è un 'sistema vivente' non una proliferazione di cellule cancerogene.
Occorre forse cominciare a procurarsi e a leggere "Indignez-vous!" di Stéphane Hessel, Indigène Editions, il libriccino di un 'resistente' novantatreenne che in Francia ha venduto 600 mila copie in poche settimane.
Silvano D'Alto